Fatigue estiva, come affrontarla durante un percorso di terapia oncologica?

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Cos'è la fatigue estiva?

Con l’avvicinarsi della stagione estiva i pazienti in cura con terapie oncologiche, come chemioterapia, immunoterapia e radioterapia, potrebbero manifestare affaticamento e stanchezza cronica, sintomi associati alla malattia e che con il caldo tendono ad accentuarsi.

Si tratta della cosiddetta fatigue, un termine che in medicina indica quella sensazione di spossatezza tipica nei periodi di alte temperature, che rende i percorsi di terapia oncologici - ma non solo - ancora più impegnativi del normale.

Quante persone ne soffrono e come individuarla

In Italia, in totale, sono 2 milioni e 250 mila le persone malate di tumore, circa il 4% della popolazione: cifre che danno un’idea piuttosto concreta della possibile diffusione del fenomeno della fatigue e che rendono ancora più indispensabile porre l’attenzione su questi aspetti, suggerendo comportamenti e abitudini che consentano di vivere i prossimi mesi con più serenità.

Sebbene non esistano dei criteri specifici per individuare la fatigue estiva, gli oncologi concordano nel sostenere che sintomi come la mancanza di energie, le difficoltà cognitive e la necessità di riposo nonostante la poca attività fisica siano emblematici di questa condizione, che inevitabilmente comporta delle conseguenze negative e prolungate sulla quotidianità e sull’umore delle persone colpite.

Vuoi saperne di più su come trattare la fatigue estiva?

Innanzitutto, un consiglio riguarda l’idratazione: il primo rimedio della fatigue estiva non può infatti prescindere dall’alimentazione, che in generale andrebbe sempre controllata e curata anche per prevenire l’insorgenza di neoplasie e per migliorare la risposta dei pazienti ai trattamenti.

Se in estate il bisogno di acqua aumenta nelle persone in salute, questa necessità cresce ancora di più nei pazienti affetti da un tumore, che devono quindi idratarsi con costanza: non solo acqua, ma anche liquidi con limone o arancia, per esempio, per integrare le vitamine che inevitabilmente si disperdono sudando.

Questo comportamento è fondamentale anche perché alcuni trattamenti hanno come effetti collaterali il vomito e la diarrea, che provocano nel corpo un’ulteriore e pericolosa perdita di liquidi.

Per lo stesso motivo, poi, una dieta ricca di frutta e verdura è l’ideale in questi casi, perchè oltre a integrare vitamine e liquidi dona anche un piacevole effetto rinfrescante.

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L'importanza della prevenzione

Anche in questo caso, è di primaria importanza l’aspetto della prevenzione, onde evitare che la condizione di malessere nella quale si trovano i pazienti, a causa della fatigue, peggiori senza che si sia intervenuti in tempo. In altre parole, la presenza di fatigue andrebbe sempre individuata attraverso uno screening apposito e andrebbe sempre tenuto sotto controllo lo stato di salute del paziente in terapia, considerando tutti i fattori che potrebbero contribuire o aggravare la situazione (depressione, dolore fisico e altre problematiche).

Gli esperti concordano anche sulla cura della fatigue, che nella maggioranza dei casi può essere sconfitta con il movimento: oltre a giovare alla salute in generale, infatti, muoversi aiuta a ridurre lo stato infiammatorio e gli effetti collaterali delle terapie. Inoltre, contrasta la perdita di massa muscolare, migliora l’equilibrio e consente alle persone in cura di riprendere gradualmente il controllo delle loro attività giornaliere, con benefici anche per l’umore e la salute mentale.

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